❤Fine settimana a Polignano a Mare (Puglia)

Polignano a Mare

Italia – Puglia

Itinerario: Napoli/Polignano a Mare (292 km, 3 ore di viaggio) – Durata: 2 gg
Finalmente si prospetta un week end con il sole!

Decidiamo di prendere il camper e andare a trascorrere un week end a Polignano a Mare, in prov. di Bari.

Partiamo presto approfittando della bellissima giornata anche se abbastanza fresca. Prendiamo la A16 e, a mezzogiorno, con un caldo da maniche corte, arriviamo presso l’area di sosta camper “Laruccia”,  distante 3 km dal centro di Polignano a mare (Ss 16, km 838 strada comunale Pozzovivo).

L’area è praticamente un parcheggio cementato con alcuni alberelli che fanno poca ombra. I servizi igienici lasciano a desiderare ma, probabilmente, sarà dovuto al periodo fuori stagione in cui ci troviamo.

C’è anche il servizio navetta che, per 5 euro a persona, trasporta i clienti al centro del paese, andata e ritorno, compreso il giro delle zone più belle di Polignano a mare, e che propone anche vari itinerari turistici nei dintorni.

Pasquale, detto Paco, è il gestore nonché conducente del servizio navetta, guida e suggeritore dei migliori ristoranti del posto.

Dopo la registrazione, spiegazione del funzionamento dei servizi e sistemato il camper, chiediamo a Paco di suggerirci un buon ristorante al centro di Polignano per il pranzo.

L’Antica Trattoria Comes a Via Pompeo Sarnelli, 14, (Polignano) è un posto fantastico dove assaporare la tradizione culinaria pugliese. Ottimo pranzo, con antipasto di insalata di mare, poi abbiamo voluto provare le tipiche orecchiette pugliesi con ragù di braciole che, fortunatamente, abbiamo diviso. Piatti molto sostanziosi! Ottima la qualità e sicuramente anche il prezzo!

Lo consigliamo! ❤❤❤

Polignano a Mare, è in provincia di Bari, dalla quale dista poco più di 20 km, ed è uno dei più bei borghi marini più belli d’Italia, tappa obbligatoria in Puglia!

Sicuramente la bellezza del borgo è nel suo centro storico fatto di case bianche in pietra con la sua affascinante posizione a strapiombo sul mare.

Al centro storico di Polignano a Mare si accede varcando l’antica porta dell’Arco Marchesale, conosciuta anche come “Arco della Porta” o “Porta Grande” che divide la parte vecchia di Polignano da quella invece più moderna. Si tratta di una vera cinta muraria del 1530, diventata in seguito l’unica via per entrare in paese.

L’arco della porta è oltrepassato da un’antica chiesetta appartenente al ‘500 che successivamente prese il nome della Confraternita di S. Giuseppe. È un’esperienza coinvolgente perdersi nel labirinto di viuzze lastricate in pietra, strette, serpeggianti, dove si incontrano numerose scale, ariose logge e terrazzi con vista spettacolare, adornati da fiori e cactus.

Ad ogni angolo della strada si è accompagnati dai versi di un autore che si firma come “Guido il Flaneur”, un barese che vive da tempo qui a Polignano.

Le origini di Polignano a Mare non sono proprio certe, si pensa probabilmente che l’abitato sia sorto sui resti di una città greca e che cominciò ad acquistare la sua importanza dopo l’anno 1000 grazie all’intervento dei Normanni che la vollero contea. Da contea divenne più tardi marchesato subendo negli anni innumerevoli domini tra cui quello di Venezia nel XVI secolo.

Vasta scelta di ristoranti, wine bar e caffetterie dove fermarsi e riprendere fiato

Polignano ha dato i natali a Domenico Modugno, al quale è dedicata una statua situata in una terrazza dalla quale si ammira, in lontananza il Lama Monachile, antico sentiero di scalini ricavati dalla roccia che scendono fino al mare.

Foto d’obbligo in uno degli scorci più fotografati in assoluto a Polignano a Mare: la spiaggia di Lama Monachile, conosciuta anche come Cala Porto, letto di un torrente che in passato sfociava nelle acque dell’Adriatico. Si tratta di uno dei posti più conosciuti del paese, il più pittoresco dove si incontra un paesaggio caratterizzato dall’immagine di due alte rocce al centro del quale emerge la famosa insenatura. E’ spettacolare!

Numerose sono le grotte che l’erosione dell’acqua ha creato, alcune anche molto vaste scavate per interi secoli creando un paesaggio di straordinaria bellezza. Noi non abbiamo fatto in tempo ma è consigliato affittare un motoscafo con guida per visitarle tutte. Ne vale la pena!

Grotta delle rondinelle – Grotta azzurra – Grotta dei Fidanzati – Grotta Palazzese (che ospita un ristorante famoso)

Si rientra, passando per Castel del Monte.

Simbolo di armonica commistione tra elementi culturali provenienti dall’Europa settentrionale, dal mondo musulmano e dall’antichità classica, Castel del Monte, capolavoro unico dell’architettura medievale, è dal 1996 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Il Castello, risalente al XIII secolo (il primo documento a nostra disposizione per una datazione riporta l’anno 1240), fu commissionato da Federico II di Svevia, sovrano del Sacro Romano Impero.

Se oggi la struttura appare periferica, all’epoca della sua costruzione sorgeva poco lontano dall’asse che collegava i due importanti insediamenti di Andria e del Garagnone, presso Gravina. Proprio la sua posizione ha reso il Castello un elemento essenziale nel sistema di comunicazione all’interno della rete voluta da Federico II.

Un monumento difficile da interpretare, a partire dal suo scopo: privo di strutture difensive al di là delle sue mura, e lontano da città o posizioni strategiche, forse era una residenza di caccia, un osservatorio astronomico o una gigantesca struttura termale ispirata agli hammam arabi, ipotesi giustificata dalle enormi cisterne.

Costruito direttamente su un banco roccioso, Castel del Monte è noto per la sua forma ottagonale.

Su ognuno degli spigoli si innestano 8 torri in pietra calcarea locale.

Il velo di mistero che lo circonda ne aumenta il fascino; l’unica certezza per molti storici è che la sua struttura simboleggia la corona imperiale.

L’ottagono rievocherebbe anche la coppa del Graal e il numero 8 ricorrente (8 lati delle mura, 8 torri) potrebbe avere significati numerologici, mentre simmetrie legate all’astrologia creano geometrie di luce durante equinozi e solstizi e corrispondenze con simbologie alchemiche care a Federico.

Il cortile, anch’esso di forma ottagonale, è caratterizzato, come tutto l’edificio, dal contrasto cromatico ottenuto grazie all’uso di breccia corallina, pietra calcarea e marmi. Un tempo erano presenti anche ricchi arredi scultorei, dei quali ad oggi restano solo una lastra raffigurante il Corteo dei cavalieri e un frammento di figura antropomorfa.

Nelle sedici sale di forma trapezoidale, otto per ciascun piano, sono caratteristiche le chiavi di volta delle crociere, ognuna decorata da elementi antropomorfi, zoomorfi e fitomorfi.
Alcune torri accolgono cisterne per la raccolta delle acque piovane, in parte convogliate anche verso la cisterna al di sotto del cortile centrale. In altre, invece, sono ubicati i bagni, dotati di latrina e lavabo.

La collezione

Il corredo scultoreo, sebbene fortemente depauperato, restituisce una significativa testimonianza dell’originario apparato decorativo. Scrittori e storici locali, tra la fine del ‘700 e i primi secolo successivo descrivono un ricco apparato decorativo caratterizzato da tessere musive, piastrelle maiolicate, paste vitree e dipinti murali.
Ad oggi, sono ancora presenti le due mensole antropomorfe nella Torre del falconiere, i telamoni che sostengono la volta ad ombrello di una delle torri scalari e un frammento del mosaico pavimentale nell’VIII sala al piano terra.
Nella Pinacoteca Provinciale di Bari sono stati temporaneamente depositati, invece, due importanti frammenti scultorei, raffiguranti una testa ed un busto acefalo.

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