14 Dicembre 2017
Contrariamente alle previsioni, anche la mattina successiva ci sono nuvole nere e temperatura bassina.
Decido di non farmi abbattere, prendo la macchina e mi dirigo verso Agaete, a nord ovest dell’isola, e Puerto de las Nieves, dove una volta c’era il Dedo de Dios (Dito di Dio), una roccia nel mare, vicinissima alla costa quasi, a forma di mano con il dito indice alzato.
Una tempesta qualche anno fa ha spezzato il dito. Infatti in una casetta sulla spiaggia c’è un disegno della roccia prima del dito rotto e dopo.
Sulla strada del ritorno, mi fermo al faro di Sardina, a strisce bianche e rosse, imponente su una scogliera battuta da un vento tremendo che quasi non mi faceva aprire lo sportello dalla macchina.
Le onde sono alte dovuto al mare agitato.
Molto suggestivo.
Tornata a Las Palmas, è uscito anche il sole, finalmente, e allora mi dirigo lungo il Paseo de Las Canteras verso il presepe di sabbia, un percorso con sculture davvero belle che raffigurano varie scene della bibbia e del vangelo: la strage degli innocenti, l’esodo, l’annunciazione, la nascita di Gesù.
Proprio di fronte, tra i tanti ristoranti, ce n’è uno canario, il Gran Playa, cioè basico, per non dire ignorante, ma buonissimo! Tovagliette di carta, servizio cortese ma molto sbrigativo, piatti enormi quasi impossibili da finire per una persona sola.
Sul menù e scelgo una delle 3 proposte e… arriva una zuppa di pesce, davvero notevole, con a seguire 4 (quattro!) filetti di pesce panado servito con insalata con pomodori, carote, cipolla e tonno (che già da sola è una pietanza), e patate fritte.
Da farsi male!
E se hai coraggio ci sarebbe anche il postre (dolce), ma è per i più temerari! Birra alla spina grande e…udite udite…il conto è di 11€!
Ormai è quasi pomeriggio, il tempo è nuovamente peggiorato, e allora si torna a casa a riposare un po’.
La sera, nonostante il lauto pranzo, con gli amici decidiamo di non allontanarci dal quartiere e cenare in un ristorante venezuelano, La Criolla, dove servono delle fantastiche arepas, focacce di farina di mais fritte ma leggerissime con all’interno carne, pesce, vegetariane, con salse di ogni tipo, di una bontà indicibile, una tira l’altra e alla fine non sai più quante ne hai mangiate!
Una jarra (birra alla spina grande), che poi diventano due, gelata, col ghiaccio che piano sale in superficie, una vera chicca! E anche qui il conto fà sorridere, € 15, davvero impensabile in Italia.