Jodhpur

Jodhpur

Sesto giorno

Oggi partenza presto per Jodhpur, la città blu.

e case colorate della città vecchia, dominata dalla fortezza cinquecentesca di Mehrangarh, che troneggia da un’altura sul sottostante deserto del Thar, il 10^ più vasto del mondo, che si estende per l’80% nel Rajasthan e per il 20% in Pakistan.

Prima di salire, visitiamo il Jaswant Thada, mausoleo in marmo bianco di Makrana, il miglior marmo del mondo dopo quello di Carrara. Le decorazioni e le grate in marmo traforato sono davvero pregevoli. Tutt’intorno, un giardino curatissimo con vari altari di sepoltura del maharaja in onore del quale la moglie lo fece costruire verso la fine dell’800 e di tutta la discendenza.

Come al solito, anche qui veniamo fermati da una famiglia indiana che chiede di fare una foto con noi, tutti ci guardano, ci indicano e ci sorridono entusiasti, siamo considerati molto esotici!

Poco distante, la fortezza ci accoglie con le sue mura e i suoi bastioni imponenti. Passiamo per la Jai Pol, dove ci sono gli spuntoni sul portale a tre metri d’altezza, come dissuasori per gli attacchi dei nemici con gli elefanti. Ci sono i bassorilievi delle impronte delle mani delle mogli dei maharaja che si immolavano compiendo la sari, cioè buttandosi vive nella pira del marito morto. Questa porta immette nelle tortuose stradine medievali, per poi aprirsi in edifici, cortili e chiostri risalenti a epoche diverse.

Jodhpur
Fortezza Mehrangarh

La fortezza, ancora gestita dai discendenti del fondatore il maharaja Rao Johda. Sembra l’ambientazione del Trono di Spade o del Signore degli Anelli, con un’atmosfera epica e magica.

Dopo aver visitato ogni angolo e stanza reale fino all’ultima terrazza da dove si gode un fantastico panorama a 360°, scendiamo a piedi verso la città vecchia. Iniziamo a vedere le prime case colorate di blu, azzurro indaco, più o meno scolorito, su edifici quasi fatiscenti.

Man mano che scendiamo, la pace e la tranquillità della fortezza, lascia spazio al rumore assordante del traffico caotico della piazza della torre dell’orologio con il Sandar Market, bazar dove si vende di tutto, spezie, stoffe, cibo e artigianato.

È davvero difficile resistere alle sollecitazioni acustiche imposte di continuo dai guidatori locali, che spuntano da ogni parte, anche in mezzo ai banchi del bazar, e dopo poco gettiamo la spugna, e sebbene avremmo voluto girovagare e curiosare un po’ di più e fermarci a comprare qualcosa, desistiamo e ci rifugiamo in un negozietto di spezie per fare qualche acquisto.

Nel frattempo, si è fatta sera e non ci resta che rientrare in albergo, il Plaza Hotel, apparentemente di buon livello ma che nasconde, invece, qualche pecca non trascurabile, come l’assegnazione di una camera che non era stata pulita! In compenso il Wi-Fi finalmente funziona e la cena a buffet è molto buona, sempre con le solite pietanze di massima, ma ben cucinate.

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