Il Faro di Tranøy, da visitare almeno una volta nella vita

Dovete assolutamente visitare almeno una volta nella vita un posto magico: il Faro di Tranøy, Tranøy Fyr come si chiama nel Nordland.

Che voi siate appassionati di fari, di paesaggi nordici, posti freddi ma caldissimi nell’accoglienza, o di tutte queste cose insieme, dovete assolutamente visitare almeno una volta nella vita un posto magico: il Faro di Tranøy, Tranøy Fyr come si chiama nel Nordland.

Il Nordland

Il Nordland è una delle 11 regioni amministrative (contee, fylker) in cui è divisa la Norvegia. E’ la seconda più a nord, dopo quella di Troms e Finnmark, a parte le isole Svalbard e Jan Mayen che ne sono fuori.

La capitale (capoluogo amministrativo) è Bodø, che ne è uno dei 41 comuni (kommuner) ma il territorio più conosciuto della contea di Nordland (Nordland Fylke) -lunga circa 500 chilometri di costa frastagliata e ricca di isole, grandi medie e piccole, e isolotti- sono le isole Lofoten, conosciute ai più.

Arrivare al faro di Tranoy

Tranøy è un antico centro commerciale a circa 100 chilometri a nord di Bodø, che a sua volta è circa 80 chilometri più a nord del Circolo Polare Artico.

Ci si arriva dal capoluogo al comune di Hamarøy con un percorso, attraente e incantevole, di 223 chilometri, in 4 ore e mezza. Circa di percorrenza (ma poco più di 7 totali) con 3 autobus, o meglio un autobus (il 100, una delle 4 linee regionali di Bodø) e due minibus: da Bodø a Ulsvåg (poco meno di 4 ore), di qui in circa 20 minuti a Oppeid, centro municipale, con il 572 (uno dei due minibus) e, infine con una sosta di quasi 3 ore, al villaggio di Tranøy (con il 576, il secondo minibus).

Con fermata in mezzo al nulla, ma in prossimità di alcune case, come spesso succede nel Nordland (ma con una puntualità dei mezzi pubblici che è impressionante e con gli autisti che spesso fanno anche da corrieri e trasporto giornali), circa un chilometro oltre l’incrocio per andare al Faro di Tranoy.

Tranoy Fyr

Se si ha un’auto, con lo stesso percorso, si impiegano circa 3 ore e 20.

Dalla fermata del bus al faro di Tranoy (68°17′ latitudine nord, il Circolo polare è a 66°33′ nord) sono 3 chilometri: a piedi si percorrono in circa mezz’ora (se viaggiate leggeri) o circa 10 minuti in auto

C’è un cartello, con il logo del Faro a dare il benvenuto, che indica anche che il faro è anche hotel (3 stelle) e ristorante, oltre che magnifico punto panoramico.

Dalla penisola si arriva al faro attraverso una passerella di legno di circa 250 metri, che ne fa apprezzare subito il paesaggio, la natura e i panorami in cui è immerso.

E dei quali ci si innamora, in realtà, già molto prima, avendolo scoperto e avendoci pianificato una gita.

“Dove le persone si raccolgono e si creano ricordi”

Il faro di Tranøy è stato costruito nel 1864 ed è oggi automatizzato e in piena attività.

Come recita il sito , è un posto “Dove le persone si raccolgono e si creano ricordi

Natura cruda, cibo delizioso ed esperienze indimenticabili. Un luogo magico per la pace della mente e il divertimento”.  

Devo dire che mai definizione è stata più azzeccata: è la verità oggettiva di questo posto incantevole.

Dal 2017 è gestito da Anne-Gry Jakobsen, cordiale e simpatica che accoglie tutti alla reception, dove si trova anche il bar/ristorante del Tranøy Fyr, insieme alla sua collaboratrice Lene Giskemo. Che, vivendo tra Toscana Nordland e Africa, parla anche italiano, sollevando gli italiani da eventuali impacci dovuti all’inglese, cosa rarissima da queste parti. 

La struttura ricettiva dispone di un massimo di 40 posti letto in 16 camere di diverse dimensioni: il vecchio faro, l’alloggio del guardiano del faro, quello dei suoi assistenti, i locali dei vigili del fuoco e la terrazza sul Vestfjorden. E, nella rossa ex rimessa delle barche, la reception e bar/ristorante.

Abbiamo dormito in una delle stanze degli assistenti del guardiano del faro: l’emozione è stata fortissima, per un appassionato di fari come me e per chi lo ha sognato a lungo.

La visita dentro il Faro di Tranoy e il pasto tipico

Con Anne-Gry ci eravamo scambiati qualche mail per prenotazione e conferma, quindi quando siamo arrivati eravamo già quasi amici. E con Lena (Lene) subito dopo.

Anne-Gry racconta del faro e delle strutture

Anne-Gry ha raccontato di come è nato e strutturato il piccolo insediamento, del faro e della piccola comunità che lo abitava (erano 3 famiglie con 6 bambini).

Poi abbiamo visitato il faro: 28 metri di altezza, dotato anche di un fog-horn, il segnale sonoro in caso di nebbia che oggi è tuttavia disattivato. Dal 1986 il faro è automatizzato, prima era a funzionamento manuale.

In autonomia, pertanto, si accende quando si fa buio; la lanterna è dotata di 5 lampadine che automaticamente ruotano in caso quella in uso si fulmini.

Come ci ha raccontato Anne-Gry, al Tranoy Fyr in un anno ci sono tra 1500 e 2000 pernottamenti, in una stagione che va da metà maggio a settembre. Complessivamente i visitatori sono tra i 6 e gli 8mila l’anno.

Il ristorante che ha anche lo spazio esterno, in cui dev’essere meraviglioso pranzare nelle belle giornate o serate calde (per quanto calde possano essere qui), è delizioso e ci si possono mangiare a pranzo e/o a cena piatti tipici con prodotti locali, cucinati e presentati con estrema cura. Nel nostro caso, abbiamo assaggiato prosciutto di balena (andava assaggiato! nonostante la mia contrarietà alla relativa caccia) e polpette di alce (buonissime).

La magia e l’incanto del paesaggio

Il posto, come anticipato, è incantevole e dalla piattaforma della lanterna del faro si può godere di una meravigliosa visuale a 360 gradi sul Vestfjorden e sulle Isole Lofoten. I colori che ci hanno accolto erano quelli tipici dell’inverno artico (qui l’estate di fatto finisce a fine agosto e gli orari dei mezzi pubblici sono già quelli invernali dal 1 settembre, in alcuni casi dal 22 agosto) e in una giornata fredda (7/8 gradi, per noi quasi invernale, qui non freddissima). Tuttavia, bellissimi.

E la luce durante la giornata, dall’aurora (nel nostro caso già intorno alle 4) al crepuscolo, offre dei colori diversi e bellissimi. La sera poi, le luci dell’insediamento e il faro che emette le sue luci intermittenti, lo rendono davvero magico.

Insomma, un posto che deve essere visitato almeno una volta nella vita, dove perdersi per un po’ e fondere i propri pensieri con la feroce bellezza dell’Artico, di cui questa è senza alcun dubbio una bellissima anteprima.

Per maggiori informazioni e contatti potete visitare il sito del Faro di Tranoy.

In conclusione, un consiglio non richiesto: chi avesse voglia di visitare questa bellissima regione, cerchi di uscire fuori dal sentiero relativamente molto battuto delle isole Lofoten e percorra il Nordland quanto più possibile: è meraviglioso con ogni angolo che regala selvaggia bellezza e ogni svolta sorprende, lasciando spesso senza fiato.

Certamente riuscirete ad avere spesso un…Artico con vista!

Post scriptum: per viaggiare nella regione, vi consiglio vivamente di acquistare il Travel Pass Nordland . Le guide non lo segnalano, ma vi consentirà di viaggiare per 7 giorni su bus urbani e regionali e traghetti veloci a un prezzo fisso complessivo.

Foto: Paolo Della Ventura e Concetta Grassi (travel blogger)

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