Tornate da Sacsayhuaman, siamo rientrate in città.
Abbiamo chiesto alla nostra guida: cosa vedere a Cuzco?
Luis ha risposto che non basterebbe una settimana intensa per conoscere Cuzco!
Prima visita, il monastero di Santo Domingo, o Qorikancha, il “tempio del sole” più importante, ricco e sacro di tutto il Tawantisuyo (impero Inka).
Il nome originale era “Intikancha” o Recinto del Sole, poi Pachakuteq (il nono Inka) gli diede il nome di Qorikancha che significa Recinto d’oro, probabilmente per i riflessi del sole e per la ricchezza che conteneva.
All’interno della struttura c’erano vari templi dedicati a varie divinità non solo il dio sole, ma anche la dea luna, le stelle, il fulmine, la madre terra, l’acqua, l’arcobaleno.
Soprattutto il dio Viraqocha (il dio più importante, creatore del sole, della luna e delle stelle e che aveva plasmato gli uomini dall’argilla).
Inoltre dentro il Qorikancha risiedevano anche le mummie degli Inka precedenti e delle loro spose, così come tutte le ricche offerte portate dai quattro “Suyos” (regioni inka) dell’impero.
Per non parlare del giardino dedicato al sole (Inti) nel quale si ritiene che c’erano statue di piante e di animali a grandezza naturale erano fatti d’oro e d’argento.
Quando gli spagnoli conquistarono Cuzco, si divisero i templi e i palazzi inkas.
Di conseguenza Juan Pizarro (fratello di Francisco Pizarro) prese possesso del Qorikancha che poi donò all’ordine dominicano.
D’altra parte i frati domenicani edificarono subito la chiesa e il convento di Santo Domingo più antichi del Sud America.
I resti del Qorikancha si possono visitare all’interno del convento ai lati del chiostro principale.
Luis ci ha raccontato che gli spagnoli non sono riusciti a “smontare” i templi di Cuzco per riutilizzare le pietre e quindi costruirono il loro edifici sopra le rovine. Anche qui abbiamo visto le pietre levigate e incastonate in modo perfetto.
Le mura erano a forma piramidale per resistere ai frequenti terremoti della zona. In particolare abbiamo visto una pietra con 14 angoli posizionata e perfettamente unita alle pietre circostanti.
Abbiamo visitato il monastero insieme a molti turisti come noi. Luis ci raccontava i vari eventi avvenuti nel tempo durante la costruzione e la ricostruzione dei dominicani e, dopo più di un’ora, siamo usciti.
Abbiamo fatto una passeggiata per la città di Cuzco.
Siamo arrivate alla “plaza de Armas” passando per la via posteriore al monastero e da dove i poteva apprezzare la costruzione inka sovrastata da quella spagnola.
Alla piazza Luis ci ha salutato dandoci appuntamento per il giorno dopo.
Dopo un pranzo veloce in un bar della zona, abbiamo ripreso a camminare per cosa vedere a Cuzco.
Un pizzico di storia Gli inkas diedero il nome di Qosqo alla città che significava “ombellico o centro del mondo”. Qosqo fu la capitale del Tawantisuyo e la città sacra più importante del mondo andino. Pachakuteq ristrutturò Cuzco dandogli la forma di un puma e la divise in due parti il Cuzco di sopra (Hanan Qosqo) e il Cuzco di sotto (Urin Qosqo): il centro della città era l’attuale plaza de Armas. |
In seguito siamo andate alla calle del Sol dove abbiamo assistito ad una manifestazione danzante di studenti universitari che avevano vinto qualcosa che non avevo ben capito.
Cosa vedere a Cuzco…?
Successivamente siamo entrate nel “mercado de San Pedro”, un enorme mercato generale al coperto, diviso in zone tessili e souvenirs, piante, frutta, bar e cibarie varie, molto folkloristico!
Poi siamo ritornate verso il centro lungo le vie fiancheggiate da palazzi coloniali costruiti allo stesso modo sopra le mura levigate realizzate dagli inkas.
Cosa vedere a Cuzco?
Gli edifici!
Infatti quasi tutti gli edifici di Cuzco avevano balconi chiusi da verande in legno colorate.
Alcune blu altre verdi e altre mantenevano il colore originale del legno.
Ci siamo fermate in vari negozi per fare acquisti e alla fine siamo tornate alla plaza de Armas.
La piazza è di forma rettangolare con al centro una zona pedonale con piccoli giardini, ma ancora più importante c’era al centro la statua di bronzo dell’ultimo Inka, Atahualpa.
Di fronte c’è la cattedrale “Nuestra Señora de la Asuncion” costruita in modo analogo al resto delle costruzioni coloniali, sopra i resti di un palazzo inka (Kiswarkancha) nel 1560 e terminata nel 1654 con pietre “prese” a Sacsayhuaman.
Cosa vedere a Cuzco?
la chiesa della Compagnia di Gesù costruita tra il 1651 e il 1668 sopra le rovine del palazzo dell’inka (Amarukancha) di Wayna Qhapaq (padre di Atahualpa), si trova a destra della cattedrale.
Davanti alla la cattedrale, dall’altro lato dei giardini c’è un loggiato con negozi e ristoranti.
Finalmente, alle 20:30 siamo rientrate in hotel, stanche della camminata.
Dovevamo organizzarci perché i giorni successivi sarebbero stati impegnativi. Abbiamo preparato lo zaino per due giorni e siamo andate a dormire.
Gli Inkas dividevano l’universo in tre ambiti interconnessi tra loro e generati da un dualismo:
– Hanan Pacha, il mondo celeste o mondo di sopra (futuro), luogo dove abitavano gli dei;
– Kay Pacha, il mondo terreno (presente), dove risiedevano gli esseri viventi e, nello stesso tempo, era il punto unione con gli altri due mondi;
– Uku Pacha, il mondo dei morti o mondo sotterraneo (passato), dove abitavano gli antenati e la forza della fertilità.
Questi tre mondi erano raffigurati da i tre animali più importanti degli Inkas:
– condor, simbolo del buon senso, della saggezza e messaggero degli dei oltre ad essere il nesso tra i tre mondi;
– puma, rappresenta la forza, il potere, il valore, qualità associate alla terra e che possono essere intermediarie tra le forze terrene e quelle soprannaturali;
– serpente (Amaru), considerato simbolo dell’acqua e associato alle qualità fertilizzanti e al fulmine che annuncia la pioggia.
Il concetto di dualismo è un altro parametro importante nella visione “andina”, fu il principio per l’ordine e per l’organizzazione delle norme nelle relazioni sia tra gli uomini che con il mondo esterno.
Hanan – mondo di sopra, la mano destra, maschile, positivo, etc.
Urin – mondo sotterraneo, la mano sinistra, femminile, negativo, etc.
Consigliato:Ristorante “Marcelo Batata”. |