Puka Pukara si trova poco più avanti di Tombomachay, ci si arriva a piedi in pochi minuti.
Anche questo ci è sembrato un piccolo insediamento non proprio come Tombomachay ma neanche tanto più grande.
Puka Pukara, tradotto dal quechua, vuol dire “Fortino rosso” probabilmente questo nome è stato dato dagli inkas perché il colore della terra circostante è rosso scuro.
Dopo che siamo scese dall’auto abbiamo percorso un sentiero fino ad un piccolo ingresso di pietre da dove si accedeva al sito e ai resti degli edifici distaccati lateralmente dal centro nevralgico.
Anche il “Fortino rosso”, come molti altri villaggi inkas, fu un centro con diverse funzioni: religiose, sociali, economiche ecc.
Questo villaggio probabilmente fungeva da “tambo” o da deposito “statale” e centro di supporto per la corte che seguiva l’Inka ai bagni purificatori.
All’interno del sito archeologico, abbiamo visto recinti fatti con pietre non levigate, così come i resti delle mura di cinta e delle piccole abitazioni. Abbiamo camminato seguendo un sentiero che gira intorno al luogo.
Siamo passate dentro piazze, resti di abitazioni o magazzini, inoltre, in particolare erano evidenti piccoli canali per l’acqua.
Dovuto alla sua ubicazione, Puka Pukara fu anche un posto di vigilanza e controllo del transito da e per Cuzco.
Abbiamo lasciato Puka Pukara dopo un’ora circa. Luis (peruresponsabile.it) ci ha riportato in auto per andare al seguente sito archeologico e siamo andati a Qenqo.