Secondo giorno
Giorno dedicato alla visita a Jerash, antico sito di epoca romana distante una cinquantina di km da Amman. Alla ricerca di un taxi!
Usciamo verso le 10, fidandoci delle indicazioni della Lonely, e ci dirigiamo verso il teatro romano, dove, in teoria, avremmo dovuto trovare facilmente un taxi collettivo, molto in uso in Giordania.
Così non è.
Non c’è traccia dei taxi bianchi con la scritta sulla portiera della destinazione, con partenze condizionate da quanto velocemente si riesce a riempire l’abitacolo, ma comunque molto meno costose del normale taxi giallo e più confortevoli del bus.
Chiediamo a qualcuno ma neanche capiscono cosa diciamo, qui pochi parlano inglese e pure maluccio. Alla fine decidiamo di recarci dove partono i bus, sempre su indicazione della Lonely, fermiamo un taxi e diamo indicazione del capolinea.
Dopo quasi 20′ arriviamo, considerato che è venerdì e quindi c’è pochissimo traffico. La stazione degli autobus è davvero lontano e questa città è davvero grande, quasi un terzo in più di Roma. Il tassista fa il conto, prima dice 3 JD poi 4, gli do 5 JD e decide che va bene così e non mi da il resto.
Saliamo su bus, in fondo rimane un solo posto libero e quando sale una ragazza, l’autista ci fa segno che ci dobbiamo spostare per lasciarle il posto al finestrino, perché su quella fila c’è seduto un uomo e lei non può sedergli accanto.
Il biglietto costa 1,30 JD e il mezzo è a dir poco sgarrupato, speriamo bene.
Il viaggio dura un’oretta scarsa, scendiamo proprio di fronte al sito e anche qui entriamo esibendo la Card. Ad accoglierci una grande porta molto ben conservata, anche se rimane un solo arco dei tre preesistenti.
Le rovine di Jerash ricordano un po’ quelle di Efeso, in Turchia. Un viale che conduce a una grande piazza stranamente ovale e non rotonda. Un tempo era il centro della città, con il colonnato e un obelisco centrale.
A sinistra, sulla collina, si trova il teatro, davvero molto bello, una Taormina in miniatura, da cui si gode un meraviglioso panorama dall’alto di tutto il sito.
Scendendo, si prosegue verso quello che un tempo era il cuore commerciale della città, con un viale costeggiato da colonne di varie altezze su entrambi i lati, fino ad arrivare alla scalinata che conduce al tempio di Artemide, anch’esso ben conservato.
Ormai sono quasi le 2 e il caldo è forte… è ora di rifocillarsi. Proprio di fronte all’uscita c’è un ristorante a buffet, senza pretese, ma l’importante è trovare un’alternativa a hummus e felafel. Così prendiamo del riso con zucchine in umido, melanzane al pomodoro e pollo al sesamo. Niente di strepitoso ma buono. Acqua compresa paghiamo 16 JD.
Per il ritorno pensavamo di prendere finalmente questo fantomatico taxi collettivo, ma anche qui la nostra ricerca risulta vana.
Quindi ripieghiamo per il bus. Il biglietto stavolta costa 1,50 JD, chissà perché di più che all’andata, mi sembra di capire che i soldi che dai si prendono, non danno resto. Buono a sapersi.
La sorpresa sarà che non va nello stesso posto da cui era partito e non c’è verso di capirsi con l’autista, che parla solo arabo! Quindi un passeggero ci dice che dobbiamo scendere in mezzo alla strada per prendere un altro bus che ci porti a down town.
Così facciamo, ma dopo un po’ arriviamo in un altro capolinea, che non è a down town, e dove nessuno sa dirci dove siamo e dove dobbiamo andare.
Un po’ preoccupate, decidiamo di lasciar perdere l’esperienza coi mezzi pubblici e, fermato un taxi, ci facciamo portare al teatro romano, finalmente in un posto conosciuto! Sulla strada per tornare in albergo, ci fermiamo a comprare una brocca di rame molto bella che avevamo visto il giorno prima, partendo da 45 JD, la portiamo a casa a 28 JD!
La sera decidiamo di fare una pausa col cibo arabo e scegliamo una pizzeria che, in teoria, si troverebbe a 570m dall’albergo.
Sì ma dove? In quale direzione?
La mappa non prende i riferimenti, proviamo a seguirla ma ci porta su stradine secondarie, buie e deserte, meglio non avventurarsi di sera.
Prenotiamo un’auto con uber ma dopo 25′ e due tentativi falliti di macchine che non arrivano a prenderci, decidiamo di andare a cercare un taxi. L’autista però non conosce la strada del ristorante e non ci porta.
Ormai sono la 9;30 di sera, non ci resta che ritornare allo stesso posto di ieri sera. Stesse cose, con l’aggiunta di una crema di hummus con del pane e anacardi, e infatti paghiamo di più, 7,50 JD!