Istanbul, Fener e Balat: un affascinante viaggio nel passato

Altro giorno a Istanbul. Oggi vi porteremo alla scoperta di Fener e Balat, due quartieri di Istanbul che vi immergeranno nel passato della città. Un itinerario che vi fa esplorare alcuni dei quartieri più tradizionali di Istanbul: Fatih, Fener, Balat ed Eyup. 

Non essendo interessati dal turismo di massa, queste zone della città mantengono un’aura autentica e molto affascinante. La parte principale dell’itinerario si svolge nell’area di Edirnekapı, Fener e Balat a cui si può agevolmente aggiungere una visita ai quartieri di Fatih e/o Eyüp.

Preparatevi a camminare tra stradine pittoresche, antiche chiese e colorate case tradizionali.

Fatih, la moschea di Şehzadebaşı

ll punto di partenza è la Moschea di Şehzadebaşı, nel quartiere di Fatih, sulla terza collina di Istanbul. Potete raggiungerla a piedi in 5 minuti dalla fermata del tram Laleli-Üniversite, oppure in 15 minuti dalla fermata Beyazıt-Kapalıçarşı, dove si trovano l’ingresso monumentale dell’Università di Istanbul e il Gran Bazar.

La costruzione della moschea di Şehzadebaşı, completata nel 1548, fu voluta da Solimano il Magnifico per onorare il suo primogenito Şehzade Mehmed, erede al trono designato che morì prematuramente (şehzade era il titolo ottomano dell’erede al trono). È una delle moschee più belle di Istanbul e opera prima del più grande architetto ottomano, Mimar Sinan, artefice anche della moschea di Solimano. Affianco alla moschea di Şehzadebaşı ve ne è un’altra molto più piccola: Burmali Mescit, caratterizzata dal particolare minareto a spirale e dalle quattro colonne bizantine di ordine corinzio che sostengono il portico. L’edificio moderno dall’altro lato della strada è il Palazzo del Comune di Istanbul, mentre alle spalle delle due moschee e del piccolo parco sorge l’imponente Acquedotto di Valente, dal nome dell’imperatore romano che lo completò nel 368. L’acquedotto trasportava acqua dalla foresta di Belgrado (30 km a nord) ed era ancora in uso in epoca ottomana. La sezione visibile oggi ha una lunghezza di circa 800 m e un’altezza di 20 m.

Dopo potete procedere direttamente al complesso della Moschea di Fatih, situata a 1 km dalla moschea di Şehzadebaşı lungo la strada principale. La moschea fu costruita tra il 1463 e il 1470 sulle rovine della Chiesa dei Santi Apostoli, luogo di sepoltura di molti imperatori bizantini. Fatih, “”Conquistatore” è l’appellativo assunto dal sultano Mehmet II in seguito alla presa di Costantinopoli per sua mano. L’enorme complesso include il mausoleo del sultano, madrase, un ospedale, una libreria, un ospizio e bagni. Il mercoledì, le strade intorno al complesso sono occupate dalle bancarelle del mercato di Fatih, uno dei più vivaci e caratteristici della città.

Edirnekapı, le mura di Costantinopoli

Passiamo ora ad ammirare le grandiose mura di Costantinopoli. Possiamo arrivarci in autobus o a piedi (20 minuti). Molti autobus partono dalla piazza di Beyazit, da Eminönü e da Piazza Taksim e fermano ad Edirnekapı.

Edirnekapı, ovvero la Porta di Edirne, costituiva una delle numerose porte di accesso alla città via terra. 

L’imponente sistema di fortificazioni fu eretto da Teodosio II nel V secolo. Originariamente aveva una lunghezza di circa 6 km ed era composto da un fossato e due file di mura sorvegliate da 96 torri. Nella storia millenaria di Costantinopoli, solo in due occasioni gli assedianti riuscirono a fare breccia in queste mura: dai i Latini nel 1204 e gli Ottomani il 29 maggio 1453. Sul lato sinistro della porta, vediamo l’elegante Moschea di Mihrimah – figlia di Solimano il Magnifico – decorata da splendide vetrate, calligrafie, rilievi e colonne di marmo. Una scalinata nei pressi della moschea conduce sulla torre, da cui si gode di un bellissimo panorama sulla città. Siamo, infatti, sulla sesta collina di Istanbul, il punto più elevato della città vecchia.

Museo di San Salvatore in Chora

Lasciamoci la moschea alle spalle e imbocchiamo le stradine in discesa fino al Museo di S. Salvatore in Chora (Kariye Müzesi: orario estivo 9-19; 9-16:30 orario invernale; chiuso il mercoledì). Il termine chora, “campagna” in greco, indica che al tempo in cui la struttura fu fondata agli inizi del V secolo – come sede di un complesso monastico –essa si trovava fuori dalle mura cittadine di Costantino. Solo qualche anno dopo, infatti, Teodosio II avrebbe eretto la cinta muraria attuale. La chiesa fu ricostruita più volte nel corso dei secoli e in seguito alla conquista ottomana fu convertita in moschea. Fortunatamente i nuovi occupanti del tempio non distrussero i mosaici e gli affreschi ma si limitarono a coprirli di intonaco, facendo in modo che queste straordinarie opere giungessero fino a noi.

Balat: Un viaggio nel passato multiculturale

Girando a destra proseguiamo lungo questa stradina. Siamo a Balat, l’antico quartiere ebraico. Della numerosa comunità ebraica che qui risiedeva sono rimaste poche tracce: qualche insegna, delle iscrizioni sui portoni e un paio di sinagoghe. La Sinagoga di Ohrid – fondata nel XV secolo da ebrei sefarditi provenienti dall’attuale Macedonia – è tra le più antiche della Turchia e probabilmente la più bella di Istanbul. Purtroppo come per tutte le sinagoghe di Istanbul, per visitarla è necessario richiedere in anticipo un’autorizzazione via email o fax al rabbino.

Le stradine di Balat – così come di Fener, il quartiere greco contiguo – ci offrono uno spaccato unico della Istanbul di una volta: le caratteristiche palazzine (molte fatiscenti, altre rimesse a nuovo), i negozietti di antiquariato, i fruttivendoli, i panifici, i barbieri, le chiesette bizantine (nascoste da muri di cinta), vecchi hammam e piccole moschee. La domenica si tiene anche un vivace mercatino rionale di frutta e verdura. Balat è il luogo ideale per pranzare, scegliendo una tra i tanti ristorantini della zona.

Il Palazzo di Tekfur

  • Esplorate il Palazzo di Tekfur, un antico palazzo bizantino che offre una vista panoramica sulla città.
  • Ammirate l’architettura e scoprite la storia di questo luogo, testimone di diverse epoche storiche.

La Sinagoga di Ahrida

  • Visitate la Sinagoga di Ahrida, una delle più antiche sinagoghe di Istanbul.
  • Ammirate gli intricati dettagli delle decorazioni interne e scoprite la storia della comunità ebraica di Istanbul.

Le Case Colorate

  • Perdetevi tra le stradine di Balat e ammirate le case colorate che caratterizzano questo quartiere.
  • Scattate foto pittoresche e immergetevi nell’atmosfera unica di questa parte di Istanbul.

Fener: Un viaggio nel cuore della storia

Dopo aver gironzolato un po’ per Balat, seguendo Vodina Cd. entriamo nel cuore di Fener. In anni recenti – incentivati dal costante flusso di turisti (soprattutto ortodossi) che visitano il Patriarcato Greco-Ortodosso – nella zona stanno spuntando tanti piccoli caffè, atelier e botteghe artigiane. Prima di arrivare al Patriarcato, in una traversa sulla destra vedremo il Liceo Greco Ortodosso (Μεγάλη του Γένους Σχολή), un enorme edificio in mattoni rossi simile a un castello. Vale la pena abbarbicarsi su per la salita fino al portone d’ingresso per ammirare il palazzo e il panorama circostante. Difficilmente vi lasceranno entrare nella scuola, mentre potreste avere più fortuna nel visitare la Chiesa di S. Maria dei Mongoli, situata nelle immediate vicinanze. Come quasi tutte le chiese di Istanbul, vi si accede da un cortile murato. Citofonate e sperate che il custode vi apra. Questa modesta chiesetta rossa è l’unico tempio bizantino che non è mai stato convertito in moschea.

Il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli è il primo fra pari della Chiesa ortodossa orientale. Il Patriarcato si trasferì nella sua attuale sede, la Cattedrale di S. Giorgio, nel 1600. Dalla sua fondazione la struttura è stata ristrutturata più volte in seguito a diversi incendi. L’esterno, di impronta neoclassica, non è molto appariscente; l’interno al contrario è decisamente opulente e custodisce mosaici, icone e reliquie bizantine.

La Chiesa di San Giorgio

  • Ammirate l’imponente Chiesa di San Giorgio, uno dei simboli di Istanbul Fener.
  • Esplorate l’interno della chiesa e ammirate gli affreschi e le icone che raccontano la storia religiosa della città.

La Moschea di Rüstem Pasha

  • Fate una breve deviazione per visitare la Moschea di Rüstem Pasha, un gioiello architettonico nascosto tra le stradine di Istanbul Fener.
  • Ammirate i dettagli intricati delle piastrelle di Iznik e immergetevi nell’atmosfera spirituale di questo luogo di culto.

Eyüp

Se avete ancora tempo, invece, potete prendere un autobus nella direzione opposta e continuare il vostro giro a Eyüp. Oltre ad essere uno dei quartieri più tradizionali e caratteristici di Istanbul, Eyüp è uno dei luoghi più sacri del mondo islamico. Il motivo della sua sacralità risiede nella grande moschea in cui sono custodite le spoglie di Eyüp Sultan. Abu Ayyub al-Ansari, questo il suo nome in arabo, fu uno stretto compagno di Maometto, che trovò la morte nell’assedio arabo di Costantinopoli intorno al 670. Secondo la leggenda, quasi otto secoli dopo, la tomba di Eyüp fu ritrovata da Mehmet II,  intento ad assediare la città. Una volta ottenuta la vittoria, Mehmet II ordinò la costruzione di una grande moschea attorno alla tomba. Dal 1458, anno in cui fu completata, la moschea di Eyüp Sultan richiama milioni di pellegrini. Inoltre, qui si svolgevano anche le cerimonie di incoronazione dei sultani ottomani.

I dintorni della moschea sono pieni di ristoranti, caffè, negozi e bancarelle in cui sono in vendita oggetti religiosi, souvenir e prodotti rivolti per lo più ad una clientela “mussulmana”. La piazza di Eyüp è ideale per una pausa caffé – té. 

Alle spalle della moschea, si trova la celebre collina di Pierre Loti, raggiungibile con la teleferica (usate la Istanbul Kart o comprate i gettoni). La colllina prende il suo nome da un ufficiale della marina francese dell’Ottocento, che scrisse alcuni romanzi ispirati ai suoi anni trascorsi a Istanbul. I fianchi della collina sono occupati da un grande cimitero; sulla sua sommità, invece, si trovano diversi caffè e ristoranti molto graziosi. Inutile dire che la vista sul Corno d’Oro e sulla città è stupenda. Spesso ci sono lunghe code per prendere la teleferica; in tal caso, potete tranquillamente scendere a piedi. Al contrario della salita, la discesa a piedi è agevole e anche piacevole.

Questo lungo tour dei quartieri più caratteristici di Istanbul (Fatih, Fener, Balat e Eyüp) finisce qui. Per tornare a Taksim o a Eminönü potete prendere un autobus. Un’alternativa più carina è prendere il traghetto del Corno d’Oro (verificate gli orari qui). Scendete a Eminönü o a Karaköy oppure proseguite fino al capolinea, Üsküdar sul lato asiatico.

Preparatevi comunque a vivere un’avventura unica nel cuore di Istanbul!

Nozioni culturali da sapere
Manuale Güle Güle

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1) In Turchia, abbassare le palpebre e chinare lievemente il capo in avanti, vuol dire dare assenso o il permesso a qualcuno o qualcosa;
2) al contrario, spalancare gli occhi, inarcare le sopracciglia e sollevare il mento in alto, vuol dire dare dissenso a qualcuno o qualcosa;
3)battere la mano sul cuore ( ormai quasi in disuso), vuol dire rifiutare gentilmente qualcosa che ci è stato offerto
4)mettere la mano in forma di un grappolo e muovendola dall’alto verso il basso ( che in italiano può significare: cosa vuoi dire? O Cosa vuoi? o Chi sei? o Perché/Come?), in turco si utilizza per esprimere apprezzamento per una bella cosa che è stata ben detta o ben fatta;
5) il gesto del pollice posto tra indice e medio, equivale al gesto dell’ombrello, quindi gesto scortese;
6) il gesto unendo l’indice e il pollice in un cerchio, indica volgarmente una persona omosessuale.
7) quando due o più persone stanno conversando o comunicando qualcosa, tendono a stare molto vicini, senza percepire violazione del proprio spazio.
8) Quando si saluta un gruppo di persone, è buona regola salutarle una ad una stringendogli la mano e non con un saluto generico.
9) Afiyet olsun, può essere ripetuto anche dopo aver consumato il proprio pasto.

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