Il drago alato di Magré andato distrutto

drago alato di Magré

Il Drago Alato di Magré, si trova nella frazione del comune di Lavarone, nell’Alpe Cimbra.

Si tratta del Drago alato in legno più grande del mondo.

Bruciato il Drago di Vaia a Lavarone, l’opera completamente distrutta.

È stato completamente distrutto da un incendio il Drago di Vaia, l’opera d’arte realizzata da Marco Martalar sull’Alpe Cimbra, in Trentino Alto Adige, utilizzando il legno di risulta della tempesta di Vaia, forte tempesta avvenuta tra ottobre e novembre 2018 con raffiche di vento e forti piogge che hanno provocato danni in Francia, Italia, Croazia, Austria e Svizzera.

Mesi di lavoro, 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti tra cui quelli dell’Avez del Prinzep, l’abete bianco di 244 anni più alto d’Europa, abbattuti dalla furia della tempesta.

Un drago alato che supera i 6 metri di altezza e i 7 di lunghezza che sembra uscire dai migliori film fantasy di tutti i tempi.

Un’opera la cui straordinarietà sta anche nella sua caducità. Realizzato con un legno non trattato, destinato a scomparire piano piano nel tempo, sotto la forza della neve e del vento. 

Un Drago che tornerà ad essere natura pura.

Il Drago alato è già visitabile proprio sulla cima del Tablat dove si erge. È raggiungibile dalla frazione di Slaghenaufi seguendo le indicazioni per lo Chalet Tana Incantata dove si lascia l’auto per proseguire a piedi fino alla frazione di Magré.

Oppure è possibile salire con la seggiovia Tablat in località Bertoldi e poi arrivare a destinazione con una breve e suggestiva passeggiata.

L’opera di Martalar protegge la rinascita di una montagna offesa

Quando arriva la tempesta puoi solo aspettare che finisca. Poi puoi scegliere come reagire. Marco Martalar, artista del legno di fama mondiale, ha reagito, per la seconda volta, creando un’opera indimenticabile, il Drago alato di Magré.

Ciò che la Tempesta Vaia ha distrutto continuerà a vivere grazie alla sua arte. Perché quando ha la fortuna di incontrare ingegno, sapienza ed empatia di cuore, dalla distruzione, la Natura può rinascere con bellezza e fierezza.

La tempesta Vaia

Il 29 ottobre del 2018 un vento uragano che ha superato in Trentino i 200 km/h ha ferito le nostre montagne.

Un evento meteorologico estremo proveniente dall’Atlantico ha schiantato milioni di alberi, con la conseguente distruzione di decine di migliaia di ettari di foreste alpine.

La tempesta Vaia porta il nome di Vaia Jakobs, manager di una multinazionale tedesca.

Il suo nome si è reso immortale dopo che suo fratello Skouras, nel 2017, per farle un regalo originale di Natale, lo regalò all’Istituto di Meterologia dell’Università di Berlino per poterlo assegnare in modo casuale a uno specifico evento.

Un gesto d’amore finito, ai dadi, sul tavolo sbagliato.

Perché Vaia è un nome di pace e non di guerra, è quello delle foglie di palma che la folla agitò per accogliere il ritorno di Gesù a Gerusalemme, quello della Domenica delle palme.

Fonte: VisitTrentino

Foto: Andreas Tamanini

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