❤Toscana, una gita fuori porta per l’Immacolata

una gita fuori porta

Cosa organizzare per il ponte dell’immacolata?

Una gita fuori porta.

Dove? In Toscana.

Itinerario: Napoli/Siena  – Durata: 3 gg

Percorso: 430 km, 4, 30 h. – percorrendo l’ A1, uscita Valdichiana.

SIENA
Siena

Secondo un’antica leggenda, Siena fu fondata da Asquio e Senio, figli di Remo (fratello di Romolo, mitico fondatore di Roma), sui tre colli che attualmente occupa. È vero che nel periodo imperiale fu suddita di Roma con il nome di Sena Julia. Questa origine romana è legata allo stemma della città, la lupa che allattò Romolo e Remo. Statue e altre opere d’arte raffiguranti una lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo sono visibili in tutta la città di Siena. Altre etimologie fanno derivare il suo nome dal cognome etrusco “Saina”, cognome romano dei Saenii, oppure dal vocabolo latino senex (“vecchio”) o dalla forma derivata seneo, “essere vecchio”.

In realtà Siena, come altre città collinari toscane, fu inizialmente un insediamento etrusco (ca. 900 aC – 400 aC), quando fu abitata da una tribù chiamata Saina.

Gli Etruschi erano un popolo evoluto che cambiò il volto dell’Italia centrale attraverso l’uso dell’irrigazione per conquistare terre prima incolti, e la loro abitudine di erigere città in fortezze su colline facilmente difendibili.

Poi, al tempo dell’imperatore Augusto, divenne colonia romana (Sena Julia). Il primo documento che lo menziona risale all’anno 70. Alcuni archeologi affermano che fu controllato per un certo periodo da una tribù gallica chiamata Senones.

Il centro storico di Siena è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1995, ritenendolo l’incarnazione di una città medievale.

I suoi abitanti rivaleggiarono con Firenze in termini urbanistici, conservando nei secoli l’aspetto di città gotica, acquisita tra il XII e il XV secolo.

Dove mangiare: Hostaria di Pantaneto 55 – Via di Pantaneto 55

Consiglio culinario: Pecorino fritto, crostone con lardo di Colonnata e alici sotto pesto, ribollita alla senese, baccalà alla senese e cantucci e vin santo. Tutto ottimo!

SECONDA TAPPA: Monteriggioni

Monteriggioni
Monteriggioni

Da Siena a Monteriggioni la distanza è di circa 15 km lungo la Strada regionale 2, in 30′ arriviamo  all’ Area Camper La Posta (Aperto 24h, accesso tramite sbarre automatiche. ma stalli non prenotabili). Via Cassia Nord 142-53035 Monteriggioni (SI) (a 400 mt circa dalle mura di Monteriggioni) – Coord GPS: 43°23’8.58″N 11°13’42.42″E.

D’obbligo la passeggiata per il paesello.

Aperitivo a Pit Stop 17, locale curatissimo con una scelta di birre e tè di prima qualità. Gestore cortese e prezzi medio alti. Parcheggio nelle vicinanze.

Attrazione del luogo il Castello, costruito dai senesi all’inizio del ‘200, come avamposto difensivo contro la storica rivale Firenze. La cinta muraria circolare segue l’andamento naturale della collina coltivata a vigne e olivi. Per secoli il piccolo borgo fortificato fu circondato da carbonaie, fossati riempiti di legna e carbone a cui si dava fuoco in caso di assalto. La sua funzione militare venne meno a partire dalla metà del Cinquecento, quando l’intero Stato Senese, di cui il nostro borgo faceva parte, venne annesso a quello fiorentino.

Da allora in poi le mura hanno custodito in silenzio un pittoresco angolo di Medioevo.

Dove mangiare: Osteria Bottega dell’Abate, Str. dell’Abate, 20

Consiglio: Toscanaccio, Pici insoliti, bistecca al kg, patate al forno, e gli immancabili cantucci. Bellissima location, immersa nel verde. Prezzi onesti.

TERZA TAPPA: San Gimignano

San Gimignano
San Gimignano

La terza tappa ci vede a San Gimignano (28 km da Monteriggioni percorrendo il Raccordo autostradale Firenze/Siena). Per parcheggiare con il camper è disponibile in località Santa Lucia a 3 km dal centro di San Gimignano un parcheggio attrezzato e dedicato, che può ospitare 50 camper. E da lì prendere la navetta che passa ogni ora, come abbiamo fatto noi.

Consiglio: scaricate la app con mini-guida e avrete la vita più facile. Tradotta in 7 lingue (inglese, francese, tedesco, spagnolo, iapponese, russo, cinese) riporta con informazioni turistiche utili.

Fiorente città medievale, San Gimignano crebbe in felice posizione lungo la Via Francigena all’incrocio con la strada per Pisa.

La Tappa 32 è proprio quella che va da da San Gimignano a Monteriggioni (l’inverso del nostro percorso): 31 km che si percorrono in 7 ore circa. Una delle tappe più belle della Via Francigena, dopo un tratto iniziale si percorrono sentieri in saliscendi, nella valle del torrente Foci che si guada nei pressi del Molino d’Aiano.

Noi decidiamo di dedicarci invece a piazza del Duomo, il fulcro della vita religiosa e politica della cittadina nel medioevo. Qui si trova il Palazzo Comunale, tra la Torre Grossa e la loggia del Comune e contiene e comprende il Palazzo Comunale, la Pinacoteca e la Torre Grossa.

Prima tappa la pinacoteca che custodisce capolavori di pittori senesi e fiorentini dal 13 ° al 15 ° secolo si trova al secondo piano. La prima sala è detta della Trinità, dall’affresco di Pier Francesco Fiorentino del 1497; vi si trovano anche una Madonna col Bambino e santi di Leonardo da Pistoia e la Pietà con i simboli della Passione, trittico di Sebastiano Mainardi. In una teca è inoltre esposto un raro tappeto mamelucco del XIV secolo, annodato al Cairo con un’inconsueta forma a croce che simula la soprammissione di tre tappeti.

Quindi ci dirigiamo, come seconda tappa, a Torre Grossa, uno dei simboli della città. Delle 72 torri, erette dalle famiglie della città per mostrare la loro potenza, ad oggi ne rimangono 13. Le torri sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1990 e sono il simbolo dell’architettura medievale toscana.

San Gimignano
San Gimignano

Torre Grossa è la più alta della città con i suoi 54 metri: i lavori iniziarono nel 1300 e si conclusero 11 anni dopo.

Ancora oggi è tra le torri meglio conservate ed è possibile salirci, insieme alle torri gemelle di San Gimignano.

Eccellenze del territorio

Un vino carico di storia
Vernaccia di San Gimignano è uno dei vini più antichi d’Italia, citato da Dante nel Purgatorio e già presente sulla tavola dei papi nel ‘500

Zafferano

Molto utilizzato nel Medioevo soprattutto come pianta officinale e colorante, lo zafferano prodotto nelle colline intorno alla città ha significativamente contribuito a rendere San Gimignano ricca e fiorente, con esportazioni in tutta Europa e nel Medio Oriente.

Dall’epoca del cinema muto a oggi sono stati girati più di 30 film a San Gimignano: un set naturale amato da sempre.

Il principe delle volpi (di Henry King con Orson Welles e Tyrone Power – 1949)
Fratello sole, sorella luna (di Franco Zeffirelli – 1972)
Amore a prima vista (di Norman Jewison con Marisa Tomei e Robert Downey Jr. – 1994)
Un tè con Mussolini (di Franco Zeffirelli con Cher, Judi Dench e Maggie Smith – 1999)

“Era già sera e buio quando il team di canadesi di Montréal passò con il pulmino sotto la rocca di Monteriggioni. La pioggia li aveva colti all’uscita di Roma e li aveva accompagnati lungo tutto il tragitto, ma lì, proprio lì sotto Monteriggioni, la pioggia si era trasformata in un diluvio che rendeva difficile proseguire. Fu per questo che il team, tra cui c’era il direttore creativo Patrice Désilets e Corey May, lo sceneggiatore, si ritrovò a Monteriggioni. Videro le mura che cingevano il paese come una corona, le torri, il borgo e se ne innamorarono”.

Testimonianza di Alberto Coco, direttore marketing di Ubisoft Italia.

È innegabile che la celebrità videoludica di Monteriggioni esplode a fine 2009 con l’inizio della saga di Ezio Auditore. A distanza di anni dalla pubblicazione dell’opera, il nome di Monteriggioni è ancora legato ad Assassin’s Creed II”.

Monteriggioni, per tutti i fan di Ezio Auditore, è un luogo imprescindibile, perché è proprio in questo borgo mozzafiato che gli sviluppatori di Ubisoft hanno inserito Villa Auditore, la tana del protagonista, un fiorentino in lotta con la famiglia Pazzi e con l’Ordine dei Templari. E in questa terra di confine tra la Val d’Elsa e il Chianti è stata collocata la cripta degli Assassini, il quartier generale dell’Ordine a cui appartiene Ezio.

Dove mangiare a San Gimignano: Ristorante Il Feudo, via Berignano, 58

Ripartiamo in direzione per San Quirico d’Orcia dove abbiamo dormito in un’area di sosta presa d’assalto da altre decine di camper (ma anche qualche auto): a 500m dal borgo medievale, punto sosta illuminato a pagamento con parchimetro, circa 20 posti in piano e su asfalto, dotato di fontanella dell’acqua potabile e di camper service

QUARTA TAPPA: Bagno Vignoni

Sveglia all’alba e dopo una piccola colazione ci siamo messi in marcia per la volta di Bagno Vignoni (84 km, un’ora e mezza, percorrendo la SR2).

Abbiamo parcheggiato all’entrata del paese malgrato non fosse permesso… ma era talmente presto che non c’era nessuno, e poi ci siamo fermati solo un’oretta, il tempo per fare un giro e qualche foto.

Al centro del borgo si trova la “piazza delle sorgenti”, e per questo è chiamato anche il borgo con la vasca di acqua termale. Una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante che sgorga ad una temperatura che resta fedele ai 52°, che esce dalla falda sotterranea di origini vulcaniche. È una vasca medievale costruita nel 1500, e tutto intorno è circondata da edifici rinascimentali che rendono la piazza unica. La sua attività termale fu sfruttata già ai tempi degli etruschi e poi dei romani, e resa famosa, successivamente, dal flusso di pellegrini che viaggiava lungo la Via Francigena.

Nel corso dei secoli poi, delle sue acque hanno goduto anche diversi personaggi illustri. Prima fra tutti Santa Caterina da Siena, che scelse questo luogo per ritirarsi in preghiera proprio sul loggiato addossato alla vasca e dedicato all’omonima santa, o Papa Pio II che si fece costruire una residenza estiva che tutt’oggi affaccia in piazza, o ancora Lorenzo De Medici, “Il Magnifico”, che amava ritirarsi nel borgo di Bagno Vignoni per poter studiare e godere di tutti gli effetti curativi e di relax.

L’acqua termale che sgorga nella vasca in piazza, alimenta, inoltre, quattro mulini medievali databili al XIII secolo scavati interamente nella roccia e solo recentemente restaurati. Questi mulini fanno parte del complesso del Parco dei Mulini, visitabile liberamente seguendo la cartellonistica lungo la strada.

Pensate che sono solo circa 30 gli abitanti che abitano il borgo di Bagno Vignoni.

Consigli: tanti i prodotti locali da degustare, tra cui l’olio d’oliva, il vino senese, il Brunello, il Chianti, l’Orcia ma anche il vin santo da degustare con i cantuccini. E poi i salumi, come il salame di cinghiale e i formaggi come il famoso pecorino di Pienza.

Dove mangiare: La Bottega di Cacio, piazza del Moretto, 31

Imperdibile questa piccola bottega nel piccolo centro di Bagno Vignoni con prodotti tipici esposti al bancone all’interno del locale. Ottime le materie prime, dai salumi ai prodotti sott’olio e confetture che servono insieme agli ottimi formaggi. Vastissima scelta di vini, prevalentemente del posto ma con proposte anche non toscane.

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