#2 L’Olivo della Strega – In gita tra le leggende Toscane

Olivo della strega

La magia in Maremma viene dall’antichità pagana: streghe, folletti e spiriti maligni, anime stregate custodiscono antichi tesori.

Persino il diavolo era una presenza frequente, e molti affermavano di averlo visto travestito da elegante signore, da asino e alcuni credevano di averlo visto vestito anche da sacerdote.

Il nome “Olivo della Strega” molto probabilmente deriva da qualche forma o immagine che le persone del posto immaginavano di vedere.

Olivo della strega

Questo succede soprattutto in certi momenti della giornata, tipo al tramonto, quando il calar del sole crea dei giochi d’ombra da far credere di scorgere delle sagome o figure.

La realtà è che queste “sagome”, con molta probabilità, si sono formate sul tronco o sui rami contorti dalle intemperie e dal vento.

Fino agli anni quaranta si distingueva il volto di un uomo o di una donna anziana. Su un ramo centrale nella parte alta dell’albero si intuiva la figura di un grosso gatto che si arrampicava sul tronco e il profilo di una donna con lunghi capelli.

Queste figure oggi non si vedono più, ma ci sono fotografie che le raffigurano e confermando la loro esistenza.

Antiche leggende tramandate dalla tradizione orale popolare piuttosto che da fonti scritte, parlavano di storie che si svolgevano intorno all’albero.

Si raccontava che alcune persone svolgevano dei riti pagani. Quando i preti del posto accusavano queste persone di paganesimo, l’olivo si contorceva su se stesso assumendo forme così inquietanti da essere considerato una stregoneria.

Per questo era chiamato anche Olivo della Strega.

Anche durante l’epoca etrusca si narravano storie attorno a questo albero. Si riteneva che sotto i suoi rami indovini e aruspici (sacerdoti designati all’esame delle viscere) compissero i loro riti per interrogare e svelare il futuro.

Come riferimento alla santità dei luoghi, va ricordato che nella zona di S. Maria Borraccia Magliano, nel 1883, fu ritrovato il “disco di Heba“, (costituito da una lamina di piombo che presenta sulle due facce un’iscrizione in lingua etrusca a spirale con movimento dall’esterno all’interno composta da circa 70 parole. Tra queste parole si riconoscono nomi di divinità e indicazioni per offerte – databile al V-IV secolo).

Queste parole incise sul disco di Heba, si riferivano alle formule e ai riti di consacrazione delle divinità del cielo e dell’inferno: Tin (Giove), Maris (Marte), Canthas e Calu (il dio della morte, il cui animale corrispondente era il lupo).

La tradizione ricorda che, agli albori del cristianesimo, intorno a all’Olivo della Strega si svolgevano feste campestri in onore delle divinità rurali ancora venerate dai pagani.

olivo della strega

Altre leggende narrano che, nel Medioevo, alcune streghe della Maremma si incontravano ai piedi dell’ulivo per scatenare il diavolo nel loro sabba (convegno di streghe in presenza del demonio durante il quale venivano compiute pratiche magicheorge diaboliche e riti blasfemi).

Ma la leggenda più comune narra di una strega che, durante i suoi riti sabbatici, danzava intorno all’ulivo ogni venerdì. A causa di questa danza circolare intorno all’albero, la pianta iniziò a torcersi fino a prendere la forma attuale.

Al termine del rito, la strega si trasformò in un enorme felino dagli occhi di fuoco e rimase a guardia dell’albero per tutta la notte.

Altre versioni della storia dicono che l’Olivo della Strega è raddoppiato di dimensioni.

Magliano tra fortezze e castelli medievali

Intorno a quella che oggi è Magliano sono state ritrovate importanti tracce nella necropoli e negli antichi centri di Kalousion ed Heba che testimoniano la presenza degli Etruschi.

Molto importante è stato il ritrovamento del disco di piombo di Magliano, “disco di Heba“, sul quale è incisa una delle più lunghe iscrizioni etrusche mai rinvenute.

Non è ancora chiaro, invece, quali sono le presunte origini dell’attuale Magliano.

Alcuni storici sostengono che sia di origine etrusca, mentre altri credono che sia stata fondata dai Romani.

Sta di fatto che la città acquistò una certa importanza quando gli Aldobrandeschi di Sovana fecero costruire la cinta muraria, circa mille anni fa.

Sempre sotto gli Aldobrandeschi (1100, 1200) furono edificate le chiese di San Martino e San Bruzio.

Due secoli dopo Magliano passò il dominio di Siena. In quel tempo furono aggiunte alle mura magnifiche torri.

Sia le mura che i torrioni sono stati accuratamente restaurati e oggi li possiamo ammirare in tutta la loro bellezza.

Infine, nel 1555, dopo la caduta di Siena in mano agli spagnoli, la città fu ceduta ai Medici e amministrato come un feudo del granducato di Toscana.

In seguito alla legge di abolizione dei feudi granducali, la storia del paese andò di pari passo con quella del granducato di Toscana prima e dell’Italia poi.

Cosa vedere a Magliano

Olivo della strega

Il borgo Magliano in provincia di Grosseto è molto piacevole da visitare, soprattutto per chi ama la storia medievale e per chi è appassionato di archeologia.

Tra i luoghi di interesse non può mancare la visita ai suddetti siti:

  • Mura di Magliano
  • Palazzo del Podestà
  • Pieve di San Martino
  • Palazzo di Checco il Bello
  • Chiesa di San Giovanni Battista
  • Centro di documentazione archeologica
  • Olivo della Strega
  • Monastero di San Bruzio

Sicuramente, la visita più importante e suggestiva è una passeggiata sulle Mura di Magliano.

olivo della strega

Ci sono 9 torrioni con 3 porte da cui accedere. Dato il tempo trascorso, le mura oggi non hanno più quella funzione difensiva per cui erano state costruite, ma sono comunque ammirabili in tutta la loro possanza.

Si può percorrere il camminamento della ronda, visitare alcune torri e durante la passeggiata ammirare un panorama mozzafiato con la vista che arriva fino al mare.

Durante l’estate per chi ama il mare, si possono raggiungere le bellissime spiagge di Orbetello, Talamone (favorita dagli amanti delle barche a vela), Argentario e Ansedonia.

La Necropoli di Magliano

Nel territorio comunale di Magliano sono presenti alcune necropoli etrusche con tombe a camera ipogea (tholos), risalenti al periodo tra il VII e il VI secolo a.C..

In una tomba detta “Tomba delle Ficaie” sono state rinvenute pareti dipinte con una sfinge barbuta.

Magliano

La tomba più bella è senza dubbio la Tomba di Sant’Andrea, scoperta nel 1984. e Nonostante sia stata ritrovata priva del corredo funerario la tomba contiene eccezionali decorazioni pittoriche sulle pareti in un ottimo stato di conservazione.

Si possono ammirare: 4 leoni alati a grandezza naturale.

La sua riproduzione è osservabile presso il Centro di Documentazione di Magliano, in via Garibaldi 12.

Per quanto riguarda la conservazione e l’esposizione dei reperti recuperati durante gli scavi delle necropoli, li possiamo vedere presso il Museo Archeologico e d’Arte della Maremma di Grosseto, e nel Centro di Documentazione di Magliano.

Come arrivare a Magliano

olivo della strega

Con il camper partendo da Firenze si raggiunge il raccordo autostradale in direzione di Siena. Successivamente prendere la SS 223 fino a Grosseto Sud. Da li si deve prendere l’Aurelia fino all’uscita con indicazione Montiano/Magliano.

Da Roma fino a Magliano ci sono 158 Km. Prendere la A12 e raggiungere l’uscita per Manciano. Da lì in poi si proseguirà su Strada Provinciale (detta Perrina), ed infine si imboccherà la SS 323 che porterà a destinazione.

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